21
1
Io Patrizio, peccatore indotto
[Nota]Close XNota
Fin dalle prime righe,
Patrizio esprime la ferma consapevolezza (cf.
Conf. 59, 7) della propria carenza morale e culturale
colmata dalla Grazia, che ha fatto di lui un vescovo d'Irlanda (cf.
«Inno di Secondino» v. 11;
Malaspina, Scritti, p. 140): nella
Confessio tale consapevolezza sarà ampiamente espressa.
Peccator (presente anche in
Conf. 1, 1 e
62, 3) è
invece semplice
formula humilitatis in autori cristiani di età
tardoantica, prima di diventare comune epiteto di modestia nelle
subscriptiones dei vescovi (cf.
PALI, p.
254); tra i vari esempi rintracciabili nel V secolo, cf. anche l'epistola
di Vitale e Costanzo,
servi Dei, a Capreolo vescovo di Cartagine (†
437) (
PL
Patrologia Latina
53, 847C). Nel latino colloquiale l'avverbio asseverativo
scilicet è enclitico e spesso pleonastico: così
indoctus
scilicet si aggiunge a
peccator, quasi a dire: «peccatore,
e indotto per di più».
e residente in Irlanda
[Nota]Close XNota
Il toponimo indeclinabile con cui Patrizio designa l'Irlanda,
Hiberione (cf.
Epist. 5,
6;
10, 1-2;
12,
6;
Conf. 1, 7;
16, 1;
23, 6;
28, 1;
41, 1;
62, 4), è a mio parere (cf.
PALI, p.
38) un accusativo sclerotizzato, ricalcato sull'accusativo protoirlandese
†
Everionem (con perdita della nasale finale), ma uniformato in parte
al latino
Hibernia / Hibero.
, dichiaro di essere vescovo. Ne
sono fermamente convinto: ho ricevuto da Dio «quello che sono»
[
1 Cor 15,
10; cf.
4, 7]
. Pertanto abito tra genti
[Nota]Close XNota
Gens ha in Patrizio (cf.
Epist.
1, 10;
10, 4.9;
14,
3.4-5;
Conf. 1, 12;
13, 8;
15, 3;
18, 14;
34, 7.17;
37, 6;
48, 3;
61, 5) il significato biblico di «nazione pagana».
barbare, immigrato e profugo per amore di Dio
[Nota]Close XNota
La
scelta dei «barbari», assurda per una mentalità ancora «romana» come è quella del
figlio del decurione Calpornio, è da lui motivata solo con l'amore di Dio (cf.
Conf. 13, 8). Cf.
Conf. 26, 5;
59,
1-3 (vedi anche
n. 345 [
Confessione]).
: è
testimone Lui se è così. Non che io desiderassi pronunciare parole tanto dure e
severe, ma vi sono costretto dallo zelo per Dio e la verità di Cristo mi ci ha
stimolato, per amore dei vicini e dei figli
[Nota]Close XNota
La traduzione
cerca di riprodurre l'eco di
Ps. 121, 8, che Patrizio poteva aver
presente — e che forse si ricollega anche all'enigmatico augurio di pace di
Epist. 21, 10 —, ma l'espressione «vicini
e figli » andrebbe evidentemente esplicitata nel senso di «persone che vivono qui
accanto a me e sono miei figli spirituali, da me generati (cf.
Epist. 2, 8) nella fede».
, per i
quali «ho abbandonato» la patria, i parenti e «la mia stessa vita, fino alla morte»
[cf.
Phil 2, 30]
[Nota]. Se ne sono degno
[Nota], vivo per il mio Dio
[Nota]Close XNota
Vivere Deo (cf.
Epist. 21,
9) è locuzione biblica (cf.
Ps. 21, 31) e soprattutto paolina
(cf.
Rom. 6, 10.11;
Gal 2, 19), come anche l'aggiunta del
possessivo
meo (per cui cf.
1 Cor. 1, 4;
Phil. 1,
3;
4, 19). Tale uso affettivo del possessivo
annesso a
Deus, Dominus o
Christus Dominus è frequente
nella
Confessio (
7, 1;
19, 9;
20, 9;
30, 3;
34, 4;
43, 5;
44, 8;
56, 2;
57, 2-3;
58, 1.5;
59, 2).
per istruire le genti
[Nota]Close XNota
Nell'apparato dei
loci
biblici (
sottoMalaspina, Scritti, p. 173) ho segnalato il
ricordo di
Mt 28, 19; sentendo suo il compito di «istruire i pagani»,
Patrizio aveva particolarmente presente il modello del
doctor gentium
per eccellenza, s. Paolo (cf.
1 Tim. 2, 7), e non si lascia
perciò fermare dalla propria autoconsapevolezza di
indoctus
(
Epist. 1, 1). La proposizione finale all'infinito
(
docere) è propria del latino volgare (cf.
Epist. 6, 2;
Conf.
43, 4;
49, 10-11).
, anche se sono
disprezzato da certuni
[Nota]Close XNota
Aliquibus è dat. di agente: si tratta di un costrutto non comune nel
latino volgare e che Patrizio usa solo nell'
Epistola (cf. anche
3, 3 e
12, 3), sempre con
sfumatura ironica (vedi
sotto, n. 19). Si può
forse riconoscere un certo impegno espressivo nell'uso del raro plurale di
aliquis (che altrove Patrizio sostituisce con
aliquantus:
Conf. 11, 3;
26, 1;
32, 3;
37, 2) e del verbo
contemnor (contro
despicior di
Epist. 12,
2).
.
2
«Di mia mano ho scritto»
[
Philem 19]
e redatto queste parole da
consegnare, da trasmettere, da mandare
[Nota]Close XNota
In questo inizio
dell'
Epistola a Corotico, i nessi sinonimici bimembri
scripsi atque condidi e
danda et tradenda (rinforzato
dall'aggiunta
mittenda) conferiscono solennità alla
lexis, anche se rientrano nella tendenza al pleonasmo, tipica del
linguaggio colloquiale. Si può forse riscontrare allitterazione in
danda et
tradenda e in
militibus mittenda, e l'omoioteleuto fra i
due membri o
cola espressivi.
agli uomini di Corotico: non
dico ai miei concittadini né a concittadini dei cristiani romani
[Nota], ma a concittadini dei demoni, per le loro «opere malvagie»
[
Io 3, 19]
. Vivono nella morte al modo dei pagani
[Nota], alleati di Scoti e Pitti apostati
[Nota]Close XNota
Gli Scoti (dell'Argyll britannico o dell'Irlanda) erano pagani, mentre i Pitti
del Galloway sono probabilmente detti da Patrizio «apostati» (in
apostatarumque l'enclitica
—que sembra un pleonasmo
del latino volgare) nel senso di «persone ricadute nel paganesimo» dopo la
conversione seguita all'opera evangelizzatrice di s. Niniano, non molti anni
prima. Cf.
PALI, pp. 188-190.
. Eccoli tutti
grondanti del sangue
[Nota]Close XNota
Si noti, insieme al volgarismo
sintattico del partitivo preposizionale, l'uso enfatico della paronomasia, che
sottolinea la commozione espressa dall'infinito esclamativo.
di innocenti
cristiani, che io in gran numero
[Nota] ho generato a Dio e ho cresimato in Cristo
[Nota]Close XNota
La
terminologia dell'iniziazione cristiana è qui attinta da
1 Cor 4, 15
(cf.
Epist. 16, 2-3). Nella
Confessio «battezzare» espresso dal tecnico
baptizo
(
Conf. 14, 6;
40, 7;
42, 2;
50,
1;
51, 4) e «essere battezzato» con
renascor (
Conf. 38,
2-3), arcaico come il termine indicante la confermazione,
consummo (
Conf. 38, 3;
51, 5). Si trovano nell'
Epistola i
grecismi
baptismum (o
baptismus?) (
Epist. 16, 6),
baptizatus
(
Epist. 3, 6;
7, 5;
14, 4;
17,
4;
19, 3;
21,
8),
neophytus (
Epist. 3,
1) e
crismatus (
Epist.
3, 1). Sulla terminologia e la prassi sacramentale descritta in questo
passo dell'
Epistola vedi
sopraMalaspina, Scritti, pp. 24
s.
!
3
Il giorno dopo quello in cui i neofiti cresimati in veste candida … il crisma
profumava
[Nota]Close XNota
Flagrare significa in realtà «ardere, brillare», ma nel latino
volgare è spesso confuso con
fragrare (= «essere profumato»); si noti
l'espressione, forse allitterante,
flagrabat in fronte. Nella
commossa rievocazione della terribile scena il periodo risulta fortemente
anacolutico, mentre rimane inespresso il soggetto mentale «crisma» (ricavabile dal
precedente
crismati) e in
trucidati atque mactati c'è
ellissi di
sunt.
ancora sulla loro fronte mentre venivano
crudelmente massacrati, passati a fil di spada da quella gente
[Nota]Close XNota
Nel dat. di agente (vedi
sopra,
n. 10)
supradictis troviamo un termine del linguaggio
burocratico — diffuso nel Latino tardo — che però Patrizio, figlio di un
decurione, usa con una sfumatura evidentemente spregiativa, riconoscibile anche in
Epist. 12, 3 e
Conf. 29, 1-2 (cf., in
Epist. 1, 10,
aliquibus).
! allora
mandai una lettera
[Nota]Close XNota
La
Blanc (
SCh
Sources Chrétiennes
249, 137) traduce come se Patrizio avesse spedito la lettera di
protesta il giorno dopo quello del rito battesimale («… jour où les néophytes …
reçurent l'onction»); ma in calce a tale traduzione (
n.
7) giustamente si rileva che l'attacco nemico non avvenne necessarlamente
il giorno stesso della cerimonia religiosa. L'anacoluto patriciano non permette di
tradurre con sicurezza, ma ritengo che il verbo della proposizione relativa non
fosse
crismati <sunt>, ma un verbo che poi riemerge in
trucidati atque mactati <sunt>.
con un santo
presbitero istruito da me fin dall'infanzia
[Nota], e con dei chierici,
chiedendo che ci rilasciassero parte del bottino e dei prigionieri battezzati che
avevano preso: ci fecero su delle gran risate.
4
Perciò non so cosa piangere di più: se gli uccisi o i prigionieri o quelli che il
diavolo ha pericolosamente irretito. Al pari di lui, si avranno
[Nota]Close XNota
Gehennam mancipare è un costrutto che si ritrova solo in Patrizio,
mentre ricorre in autori cristiani la forma passiva
gehennae (dat.) o
gehenna (abl.)
mancipari.
come perenne
castigo la geenna, perché «chi fa il peccato è schiavo»
[
Io 8, 34]
ed è
chiamato
[Nota] «figlio
del diavolo»
[
Io 8, 44]
.
5
Sappia quindi ogni persona timorata di Dio, che essi sono separati
[Nota]Close XNota
Patrizio rende nota (
resciat ha maggiore
efficacia espressiva del semplice
sciat) la scomunica di Corotico a
«ogni persona timorata di Dio», cioè non solo ai
milites del
tyrannus: l'
Epistola era infatti destinata alla
lettura pubblica (
Epist. 21, 4), forse
con traduzione in lingua vernacola. Per il tecnicismo
alienus =
«scomunicato», cf. gli
Atti del concilio di Serdica in Ilario, Op.
hist. fragm. II 1, 8,
CSEL
Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum
65, 124.7 e
I Syn.Patr. can. 31,
SLH
Scriptores Latini Hiberniae
5, 58.24.
da me e da Cristo, mio Dio, «per il quale
fungo da ambasciatore»
[
Eph 6, 20]
[Nota]: e un patricida, un fratricida
[Nota]Close XNota
Patricida fratricida sono forse sostantivi sclerotizzati (cf.
Epist. 21, 7) e perciò traducibill con un
plurale, da riferire a Corotico e ai
milites. L'accumulo delle
apposizioni esprime l'intensità dello sdegno di Patrizio.
, sono «lupi
rapaci che divorano il popolo di Dio come si mangia il pane»
[
Act 20, 29;
Ps 52, 5, cf.
13, 4]
— sta scritto infatti «Gli
iniqui hanno distrutto la tua legge, Signore»
[
Ps 118, 126]
—, quel popolo
che negli ultimi tempi
[Nota]Close XNota
La sensazione di vivere negli
ultimi giorni della storia del mondo (cf. anche
Epist. 11, 9;
Conf.
4, 13;
34, 13;
40,
20-21) è a mio parere una prospettiva escatologica solo in chiave
biblica, perché Patrizio vede la propria missione di predicazione in Irlanda, agli
estremi confini della terra (
Epist. 6,
3;
Conf. 38, 9-10), come un
adempimento del mandato di Cristo agli Apostoli (
Mc 16, 15, in
Conf. 40, 14-15) e sente di preparare così
la fine del mondo (cf.
Mt 24, 14). Hanson (
SCh
Sources Chrétiennes
249, 20;
POC pp. 184 s.) legge
invece in chiave anche politica la prospettiva escatologica di Patrizio, come eco
del sacco di Roma del 410: sul suo rapido spegnersi nell'Urbe stessa, cf.
Oros. VII 40, 1 e
Leone Magno, Serm. 84,
CCh
Corpus Christianorum, Serie Latina
138 A, pp. 525 s.
Egli si era piantato con tanta cura e
premura in Irlanda e che era stato organizzato
[Nota]Close XNota
Dal
confronto di
Epist. 5, 3-7 con
Epist. 12, 5-9, che ne ribadisce il
concetto e molte espressioni, si può ricavare tra l'altro il significato di
instructa erat, che allude all'organizzazione della chiesa
impiantata (cf.
Ier. 18, 9 e
Agost. Contra Cresc. III
71,
CSEL
Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum
52, 477.8) da Dio tramite Patrizio, con una presenza di monaci
e vergini consacrate (
Epist. 12, 8)
all'interno della sua compagine. In
Conf. 9,
9 (
instructus atque eruditus)
instruo significa
invece «istruire» (cf.
ThLL VII 1, 2020.32 ss.). Nel senso di
«catechizzare»
instruo si trova in
1 Cor 14, 19 e, in un
contesto di terminologia militare relativa alla
caelestis militia, in
Cipr. Ad Don. 15, 348,
SCh
Sources Chrétiennes
291, 112. In
Epist. 5,
6 la
Blanc traduce «qui s'était organisé», ma
ritengo che il soggetto logico sia sempre Dio, con la caratteristica
inconcinnitas patriciana:
quam [
Deus] …
plantaverat atque instructa erat favente Deo (si noti anche il
collegamento operato dal chiasmo).
con l'aiuto del Signore.
6
Non usurpo poteri che non mi appartengono. Partecipo
[Nota] invece alle prerogative di coloro «che Egli, per un disegno di
predestinazione, ha chiamato»
[
Rom 8, 30]
a predicare il vangelo «in mezzo
a persecuzioni»
[
2 Cor 12, 10]
[Nota] di non poco conto, «fino ai confini della terra»
[
Act
13, 47]
, anche se l'Avversario cerca astiosamente di impedirlo
[Nota] servendosi del tiranno
[Nota]Close XNota
La signoria di Corotico è detta
tyrannis
ricalcando il termine britannico
tegernos (= lat.
tyrannus), che indicava un capo tribale. L'uso dell'astratto al
posto del concreto ricorre nel Latino tardo.
Corotico, che non teme Dio ne
i suoi vescovi
[Nota]Close XNota
Sacerdos ha qui l'antico significato di «vescovo»; più incerto ne è
il significato in
Conf. 1, 10.
,
scelti da Lui, che ha concesso loro il sommo divino altissimo potere
[Nota]: che cioè «quelli che essi legano
sulla terra siano legati anche in cielo»
[cf.
Mt 16, 19;
18, 18]
.
7
Onde per cui mi raccomando appellandomi a voi, «santi e umili di cuore»
[
Dan 3,
87]
: non è lecito adulare certa gente «né prendere cibo»
[
1 Cor 5,
11]
o bevanda con loro, e non si devono accettare nemmeno le loro
elemosine
[Nota], finché non soddisfino i loro debiti verso
Dio con un'aspra penitenza
[Nota]Close XNota
I Penitenziali ci illustrano
la severità del sistema penitenziale che sarà in vigore nella chiesa irlandese
dopo Patrizio.
, versando lacrime amare, e liberino i servi di Dio e le
ancelle di Cristo battezzate, «per cui Egli è morto»
[cf.
1 Cor 8, 11;
Rom 14, 15]
, e in croce
[Nota]Close XNota
Si noti l'efficacia
dell'
hysteron proteron, dove alla citazione di
Rom 14,
15 («per cui Cristo è morto») segue l'aggiunta meditativa «ed è stato
crocifisso!».
!
8
«I doni degli iniqui l'Altissimo li rigetta. Chi offre un sacrificio con i beni dei
poveri, è come uno che immola un figlio al cospetto di suo padre»
[
Sir 34,
23-24]
. «Le ricchezze — sta scritto — che uno ha accumulato ingiustamente,
rigurgiteranno dal suo ventre, già lo trascina l'angelo della morte, sarà malmenato
dalla rabbia dei dragoni, lo ucciderà la lingua del serpente, e lo divora un fuoco
inestinguibile»
[
Iob 20, 15-16.26]
. E perciò «Guai a chi si riempie di ciò
che non gli appartiene»
[
Hab 2, 6]
, e: «Che giova all'uomo guadagnare
tutto il mondo e poi perdere la propria anima?»
[
Mt 16, 26]
.
9
Sarebbe troppo lungo esaminare ed esporre punto per punto, scegliendo in tutta la
Bibbia le citazioni
[Nota]Close XNota
Tutto il paragrafo 8 è un susseguirsi
di citazioni bibliche (naturalmente tratte da version veterolatine, con numerosi
volgarismi), sul tipo delle raccolte di
testimonia di cui abbiamo un
esempio nell'
Ad Quirinum di Cipriano. Nel paragrafo 9
Patrizio prosegue con alcune sentenze relative ai comandamenti di Dio violati dai
milites di Corotico: tali sentenze sono ora tratte dalla S.
Scrittura ora forse da commenti patristici (cf.
Cipr. De domin.
orat. 24,
CCh
Corpus Christianorum, Serie Latina
3A, 105 s.:
homicida non potest esse cum Christo).
riguardanti una simile cupidigia. L'avidità è peccato mortale: «non
desiderare la roba d'altri». «Non uccidere»
[
Rom 13, 9, cf.
Ex 20,
13.17]
: l'omicida non può essere in comunione con Cristo; «chi odia suo
fratello, è
[Nota] omicida»
[
1 Io 3, 15]
e «chi non ama suo fratello, rimane nella
morte»
[
1 Io 3, 14]
. Quanto non è più colpevole colui che ha contaminato
le sue mani nel sangue dei figli di Dio, che Egli or ora «si è acquistato»
[
Act
20, 28]
alle estremità della terra
[Nota], «mediante l'opera di esortazione»
[
2 Cor 1, 4]
della mia pochezza
[Nota]?
10
Forse che senza intervento divino o «secondo la carne»
[
Rom 4, 1 ecc.]
sono venuto in Irlanda? Chi mi ci ha spinto? Sono «avvinto dallo Spirito»
[
Act
20, 22]
[Nota] così da non poter vedere nessuno «della mia parentela»
[
Gen 12, 1 ecc.]
. Viene forse da me la grande misericordia che esercito
verso la nazione
[Nota] che una volta mi
catturò e che massacrò i servi e le serve della «casa di mio padre»
[
Gen 12,
1 ecc.]
? Fui libero
[Nota] «secondo la carne»
[
Rom 4, 1]
: di nascita, sono figlio di un
decurione
[Nota]. Difatti ho venduto la mia nobiltà — «non ne arrossisco»
[
Rom 1, 16]
e non me ne pento — a vantaggio di altri
[Nota]; insomma, sono servo
[Nota], in Cristo, di una nazione straniera per la gloria ineffabile «della vita
eterna che è in Cristo Gesù nostro Signore»
[
Rom 6, 23]
.
11
E se i miei non mi riconoscono, «un profeta non è onorato nella sua patria»
[
Io
4, 44]
[Nota]. Forse non siamo «di un
solo ovile»
[cf.
Io 10, 16]
e non abbiamo «un solo Dio per padre»
[cf.
Eph 4, 6]
[Nota], come sta scritto: «Chi non è con
me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde»
[
Mt 12, 30 e
Lc 11, 23]
. Sono due realtà che non vanno d'accordo: uno distrugge,
l'altro edifica»
[
Sir 34, 28]
.
«Non cerco il mio interesse»
[cf.
1 Cor 13, 5]
[Nota]Close XNota
Secondo
Bieler e
Hanson (cf.
il testo latino qui sotto,
p. 153) le citazioni di
Sir 34, 28 e
1 Cor 13, 5 si
susseguono immediatamente e il capoverso successivo inizia con
non mea
gratia … Ritengo invece che le due realtà contraddittorie (
non
convenit) si riferiscano al «distruggere - costruire» (rispettivamente
fuori e dentro l'unico ovile) e che la citazione di
1 Cor 13, 5 si
colleghi strettamente a quanto segue (per l'interpretazione di
non mea
gratia sed Deus qui …, cf.
Conf. 37,
4-5): «non cercare il proprio interesse» corrisponde alla «sollecitudine»
che Dio ha messo nel cuore di Patrizio.
: non in grazia mia, ma è Dio «che
ha messo quest'ansia nel mio cuore»
[cf.
2 Cor 8, 16]
perché io fossi uno
dei cacciatori e pescatori
[Nota] che un
tempo Dio preannunziò già in anticipo «per gli ultimi giorni»
[
Act 2, 17
ecc.]
[Nota].
12
Mi si invidia. Che cosa devo fare, Signore? Sono tanto disprezzato
[Nota]. Ecco, le tue pecore intorno a me sono sbranate e rapite, e per opera dei
banditi di cui sopra
[Nota], per ordine di Corotico, barbaramente
[Nota]Close XNota
Hostili mente preannuncia gli avverbi romanzi in -
mente.
Per
hostilis = «pagano, barbaro», vedi
sopra,
n. 13.
. È lontano dall'amore di Dio chi consegna dei cristiani
nelle mani di Scoti e Pitti
[Nota]. «Lupi rapaci»
[
Act 20, 29, cf.
Mt
7, 15]
[Nota] hanno divorato
[Nota] il gregge del Signore, che in Irlanda,
circondato da tante cure, cresceva così bene, e i figli e le figlie di capi scoti,
monaci e vergini di Cristo, in numero incalcolabile
[Nota]. Perciò «l'offesa arrecata ai giusti non sia da te approvata», anzi «fino in
fondo agli inferi non l'approverai»
[cf.
Sir 9, 17]
.
13
Chi, fra i santi
[Nota], non avrebbe orrore di far baldoria e banchettare con
certa gente
[Nota]? Si sono
riempiti le case delle spoglie dei cristiani morti, vivono di roba rubata. Non sanno,
i disgraziati, di dare in cibo un veleno mortale
[Nota] ai loro
amici e ai loro figli, come Eva non capì che così stava dando
[Nota] la morte a suo marito. Così sono tutti
coloro che agiscono male: si procurano come perenne castigo la morte
[Nota]Close XNota
A differenza della
Blanc, preferisco
collegare
perennem a
poenam anziché a
mortem, sulla base del confronto con
Epist. 4, 3
(
perenni poena) oltre che con
2 Cor 7, 10.
.
14
È consuetudine dei Gallo-Romani cristiani, mandare dei santi uomini
[Nota], che siano adatti, dai Franchi e dalle altre nazioni
[Nota], con varie migliaia di monete d'oro per riscattare i battezzati loro
prigionieri
[Nota]Close XNota
Riguardo alla
consuetudo
romana e cristiana del riscatto dei prigionieri cf.
PALI, p. 120
n. 163. Il
solidus era la moneta aurea in uso nell'Impero,
ma apprezzata anche dai barbari. Sulfa possibile interpretazione autobiografica
del passo vedi anche
sopraMalaspina, Scritti, pp. 13 s.
. E
tu invece li uccidi e li vendi a una nazione straniera che non conosce Dio
[Nota]; è come se tu consegnassi «le membra di Cristo»
[
1 Cor 6, 15]
in
un bordello
[Nota]. Che razza di speranza hai in Dio?
chi ti approva
[Nota], chi è in
rapporto con te
[Nota]Close XNota
Cf.
Agost. Epist. 76,
3,
CSEL
Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum
34, 2, p. 327, 21; riguardo al termine tecnico communicare (cf.
2 Io 11), cf. anche gli Atti del concilio di Serdica, in
Ilario, Op. hist. fragm. II 1, 8,
CSEL
Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum
65, 125.2.
con parole di adulazione? «Dio giudicherà»
[
1 Cor 5, 13]
. Sta scritto infatti: «Non solo chi fa il male, ma anche
chi lo approva è da condannare»
[
Rom 1, 32]
[Nota].
15
Non so «come esprimermi o cosa dire»
[
Io 12, 49]
di più sui defunti figli
di Dio che la spada ha colpito in modo crudele oltre misura
[Nota]. Sta scritto infatti: «Piangete con
chi piange»
[
Rom 12, 15]
, e ancora: «Se un membro soffre, tutte le membra
soffrano con lui»
[
1 Cor 12, 26]
. Perciò la chiesa «lamenta e piange i
suoi figli»
[
Mt 2, 18, cf.
Ier 31, 15]
e le sue figlie che
ancora la spada non ha ucciso, ma portati via, lontano, in terre lontane, dove il
peccato abbonda in modo vistoso, penoso, sfacciato, là quei cristiani, venduti — essi
che erano persone nate libere
[Nota]Close XNota
Vedi
sopra, n. 44.
Bieler e
Hanson mettono una virgola dopo
homines, mentre a mio
parere
ingenui homines Christiani è un caratteristico accumulo
nominale patriciano.
Bieler (LE 2, p. 205) trova anacolutico tutto il
periodo: esso è comunque faticoso, come mostra la ripresa
in longa terrarum,
ubi … ibi …
— sono stati ridotti in schiavitù, e proprio dei più indegni, dei peggiori,
degli apostati
[Nota], dei Pitti!
16
Perciò con profonda tristezza griderò: O dolcissimi e dilettissimi
[Nota]Close XNota
Speciosissimi atque amantissimi è espressione del linguaggio curiale.
Speciosus è forma stereotipata di rispetto (cf.
Tac.
Ann. III 55;
Ulp. Dig. L 16,
100), anche se la
Blanc traduce «très beaux» (e nel
commento -
SCh
Sources Chrétiennes
249, 148 n. 1 - è detto che non si tratta quindi dei cristiani
assaliti da Corotico, ma più in generale dei convertiti di Patrizio); amantissimi
ha significato passivo, come è nei formularl epistolari (cf.
Epist. 17, 1
carissimi mihi).
fratelli e figli «che ho generato in Cristo»
[
1 Cor 4, 15]
[Nota] in numero incalcolabile
[Nota], che posso fare per voi? «Non sono degno»
[
1 Cor 15, 9]
di
prestare la mia opera né per Dio né per gli uomini. «L'iniquità degli iniqui ci ha
schiacciato»
[
Ps 64, 4]
. «Siamo diventati quasi degli estranei»
[cf.
Ps 68, 9]
; forse non credono che abbiamo ricevuto «un solo battesimo»
[
Eph 4, 5]
e che abbiamo «un solo Dio per padre»
[cf.
Eph 4,
6]
[Nota]: per loro la nostra identità
ibernica non ne è degna
[Nota]Close XNota
Nel suo sdegno, Patrizio si
esprime concitatamente e per questo prevale in tutto il periodo (da
forte
non credunt) la paratassi, tipica del linguaggio parlato specialmente
nei momenti di maggiore emozione. Per
Hiberionaci (congettura di
Bieler) cf.
Conf. 23, 8:
si noti il suffisso (-
acus) di interferenza dal celtico.
.
Così come sta scritto: «Non avete forse un solo Dio? Perché avete abbandonato
ciascuno il suo prossimo?»
[
Mal 2, 10]
.
17
Perciò mi affliggo per voi, mi affliggo, miei carissimi
[Nota]; ma d'altra parte
[Nota] gioisco
dentro di me: non «ho faticato» per nulla, e il mio farmi forestiero
[Nota] non è stato «vano»
[
Phil 2, 16]
. Ed è accaduto un delitto tanto orribile da non potersi
esprimere: grazie a Dio, credenti battezzati, da questo mondo avete trovato rifugio
in paradiso
[Nota]Close XNota
Riguardo al
dictum ricavato da
questo passo patriciano vedi
sopraMalaspina, Scritti, p. 36. Per
de saeculo recedere (eufemismo colloquiale, ma con valenza
teologica cristiana, come
migrare in
Epist. 17, 6 e
transitus in
Conf. 58, 4-5), cf.
Cipr.
Epist. 37 ,3,
CSEL
Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum
3, 578.7 e
76, 7 p. 833,
7, ed
Eugipp. Vita S. Severini 43, 2,
CSEL
Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum
9, 2, p. 60, 3.
. Vi vedo: state migrando
[Nota] dove «non ci sarà più notte né lutto né morte»
[
Ap 22, 5;
21, 4]
, ma «esulterete come vitelli
sciolti dalle pastoie e calpesterete gli iniqui e saranno cenere sotto i vostri
piedi»
[
Mal 4, 2-3]
.
18
Voi dunque regnerete con gli apostoli e i profeti e con i martiri
[Nota]Close XNota
Gli studiosi hanno sottolineato la singolarità dell'ordine
non cronologico «apostoli — profeti — martiri» (cf.
LE 2,
p. 207), sì da ipotizzare un rapporto di Patrizio con il
Te Deum
(cf.
Hanson,
SCh
Sources Chrétiennes
249, 151 n. 1). Il contesto di
Epist. 17-
18 fa pensare
piuttosto a una topica cristiana sulla morte, riconoscibile in
Cipr.
Epist. 58, 10,
CSEL
Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum
3, 2, p. 665, 11-14 e
De mortal.
26,
CCh
Corpus Christianorum, Serie Latina
3A, 31.447-448 (cf. anche
Girol. Epist. 109,
1, 3,
CSEL
Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum
55, 352.21-22). Bisogna comunque precisare che la successione
«apostoli - profeti» (per cui cf.
Epist. 20,
3) è già paolina: oltre a
Eph. 2, 20 e
4,
11, segnalo
1 Cor 12, 28 (
apostolos … prophetas
doctores), laddove però Patrizio in terza posizione colloca i martiri,
per onorare le vittime di Corotico.
Ch. Mohrmann (
o.c.
opus citatum
, p. 339), che accetta l'ipotesi dell'eco del
Te
Deum (e non di Cipriano) in Patrizio, spiega il riferimento del termine
prophetae ai profeti carismatici del Nuovo Testamento (ricorderei
a questo proposito
Mario Vittorino, In Ephes. II 1275 AB, ed. A.
Locher, Leipzig 1972, p. 179, 12-24). Su tutto passo cf.
PALI, pp. 187 s., 237 e 271.
. Riceverete il regno eterno, come
Lui stesso attesta dicendo: «Verranno dall'oriente e dall'occidente
[Nota] e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno
dei cieli»
[
Mt 8, 11]
; «Fuori i cani, i fattucchieri e gli omicidi»
[
Ap 22, 15]
, e ancora: «Quanto ai bugiardi spergiuri, la loro porzione
sarà nello stagno del fuoco eterno»
[
Ap 21, 8]
. Non senza ragione
l'apostolo dice: «Se il giusto a stento si salvers, il peccatore e l'empio
trasgressore della legge dove si può ritrovare?»
[
1 Pt 4, 18/
Iac 2,
11]
.
19
E quindi Corotico con i suoi scelleratissimi, questi ribelli a Cristo, dove si
dovranno veder finire, essi che distribuiscono come bottino donne battezzate, per
amore di un misero
[Nota]regno temporale che passa «in un momento»
[
1 Cor 15, 52]
? «Come
nube e fumo che il vento disperde
[cf.
Sap 5, 15]
, così i peccatori»
fraudolenti «lungi dal Signore periranno; i giusti invece banchetteranno»
[cf.
Ps 67, 3-4]
«in piena sicurezza»
[
Sap 5, 1]
con Cristo
[Nota]Close XNota
In un intrecciarsi di citazioni ricordate a memoria, nella
meditazione di Patrizio l'immagine del banchetto suscita probabilmente il ricordo
di
Ap. 3, 20. II
cong.
congiuntivo
epulentur (come probabilmente il precedente
transeat, in
Epist. 19, 4) ha significato di
futuro;
Bieler (LE 2, p. 208) rileva la contamlnazione tra
Ps. 67, 4 (
et iusti epulentur) e
Sap 5, 1
(
stabunt iusti in magna constantia).
, giudicheranno le
nazioni e domineranno»
[
Sap 3, 8]
sui re iniqui nei secoli dei secoli.
Amen.
20
«Attesto davanti a Dio e agli angeli»
[cf.
2 Tim 4, 1/
1 Tim 5,
21]
[Nota] suoi, che sarà così come ha fatto
comprendere a me pur nella mia inesperienza. Non sono parole mie ma di Dio e «degli
apostoli e profeti»
[
Eph 2, 20]
quello che io ho esposto in latino
[Nota]Close XNota
Anche sul versante linguistico, come su quello spirituale,
Patrizio insiste sul primato dell'azione di Dio: conscio della propria
imperitia, l'autore sa di poter scrivere in latino (vedi
sopraMalaspina, Scritti, p. 27) solo perché attinge la maggior parte
dei costrutti e del lessico (
verba; cf.
Conf. 61, 1) dal latino biblico. Sulla tesi di Patrizio
vir unius libri vedi
sopraMalaspina, Scritti, p.
30.
, ed essi mai hanno mentito. «Chi crederà sarà salvo, chi non
crederà sarà condannato»
[
Mc 16, 15-16]
[Nota]. «È Dio che
ha parlato»
[
Ps 59, 8 o
107, 8]
.
21
Supplico caldamente, che qualunque sia il servo di Dio disposto ad essere latore
della presente
[Nota], in nessun modo essa sia sottratta e occultata
[Nota]Close XNota
La
stessa endiadi sinonimica è in
Conf. 8,
2-3, ma nella chiusa dell'
Epistola, in un contesto canonico
(vedi
la nota seguente), indica lo sforzo
espressivo del vescovo che aspira a suscitare obbedienza, dopo l'insuccesso della
sua prima lettera (cf.
Epist. 3, 3-7).
da nessuno, ma anzi piuttosto «sia letta»
[
1 Thess 5, 27]
davanti
a tutte le tribù e alla presenza dello stesso Corotico
[Nota]. Oh se Dio li ispira «a rinsavire»
[
2 Tim 2,
26]
[Nota] una buona volta convertendosi a Dio, sì che almeno
tardivamente
[Nota] si pentano di azioni così empie -
omicidi
[Nota]Close XNota
Homicida sembra qui forma corrotta per
homicidia (così
interpreta la
Blanc) o — più difficilmente — un singolare
riferito al solo Corotico, ma ritengo possa meglio interpretarsi come forma
sclerotizzata equivalente al plurale
homicidae (confronterei
Epist. 5, 3
patricida fratricida, su cui vedi
sopra,
n. 26): anche
Bieler (LE 2, p. 210) intende
homicida come nome di agente. La traduzione italiana permette di
esprimere l'ambiguità tra la prima e la terza interpretazione, rendendo così
l'oscurità dello stile patriciano.
contro i fratelli del Signore! — e
liberino le prigioniere battezzate
[Nota]Close XNota
Cf.
Epist. 3, 6. Ma nel passo finale, come in
Epist. 15,
5-6, Patrizio si mostra preoccupato soprattutto della sorte delle prigioniere
cristiane, la cui situazione — come dirà in
Conf. 42, 12-15 — era particolarmente difficile; cf.
Cipr. Epist. 62, 3,
CSEL
Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum
3, 2, p. 699, 22-28.
che avevano catturato, sì da
meritare
[Nota]Close XNota
Se la lezione è genuina
(
mererentur, mentre ci aspetteremmo
mereantur),
potrebbe trattarsi di un caso di rotazione del tempo verbale, attratto dal
perf.
perfetto
ceperunt (cf.
PALI, pp. 324 s.), mentre subito
dopo torna il
cong. pres.
congiuntivo presente
(
efficiantur), come un esortativo indipendente. In
Conf. 32, 2 Patrizio usa la forma attiva
di
mereo.
di vivere per Dio e di essere salvati ora e in
eterno
[Nota]! «Pace»
[
Eph 6, 23]
al
Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
[Nota]Close XNota
La chiusa
dossologica (cf.
Conf. 60, 8-10) è
presente nell'epistolografia neotestamentaria e qui si avvicina a
Eph. 6,
23, ma sembra contaminare la dossologia (del tipo
Gloria
Patri) con il saluto (del tipo
Pax vobis). Cf. in
particolare
Ap 7, 10 (
Salus Deo … et Agno). È sottinteso
un invito, per Corotico e i suoi uomini, a
vivere Deo (
Epist. 21, 9) e
perciò a entrare in comunione con la pace che appartiene a Dio.
. Amen.